Dopo il consolidamento strutturale la Chiesa di S. Apollinare diventa utilizzabile. Nel corso del tempo però gli arredi si sono degradati a causa delle infiltrazioni e normale usura. In particolare le panche presentavano profondi danni. Dall’inizio dei lavori erano inutilizzabili e conservate in un locale della Parrocchia, avvicinandosi il Natale 2014 un anonimo benefattore offre il suo contributo per rinnovare le panche cosi’ da renderle nuovamente utilizzabili.
Sono qui presentate alcune fotografie che mostrano la qualità del lavoro effettuato.
La parete sud della chiesa di S. Apollinare si trovava ad essere appoggiata alla terra fino a circa 150cm. Questo causava la forte presenza di umidità sulla parete interna, umidità che per capillarità saliva fino ad intaccare gli affreschi piu’ antichi.
Dopo le opportune considerazioni e acquisite l’autorizzazione della soprintendenza, il 28 Ottobre 2014 iniziano i lavori per la realizzazione dello scavo.
Dopo pochi cm di terra asportata alla presenza dell’archeologo, compaiono i resti di alcune tombe. Questa presenza comporta lo stop ai lavori meccanizzati e conseguite le nuove autorizzazioni l’archeologo prosegue manualmente lo scavo portando alla luce le tombe. I resti vengono analizzati e trattandosi di normali sepolture tardo medievali, i lavori possono continuare verso la realizzazione dello scannafosso.
I resti umani sono ora conservati presso l’Università.
La ricorrenza di S.Antonio 2014 e’ stata l’occasione per celebrare la prima messa dopo i lavori di risanamento.
Don Renato Zangirolami, sacerdote residente a Crosio ha celebrato dedicanto la messa al Santo. Qui riportiamo qualche cenno della vita di S.Antonio.
Sulla facciata dell’antica chiesetta di Crosio della Valle (come su tante chiese specie di campagna) sono stati restaurati gli affreschi del ‘600 che riproducono, tra gli altri, anche l’immagine di S. Antonio abate secondo la classica iconografia: un anziano eremita con lunga barba, il bastone o pastorale terminante con uno strano ricciolo con gemme, fiamme di fuoco alla sinistra dei piedi del santo; mancano due elementi che si ritrovano normalmente: la campanella appesa al bastone o alla cintura e il maialino o cinghiale anch’esso ai piedi del santo. Questi tre elementi sono significativi e identificativi di S. Antonio abate: il bastone o pastorale, spesso a forma di Tau (ultima lettera dell’alfabeto ebraico) indica sia la potestà dell’abate (come si è sviluppata dal Medio Evo in poi) sia il fine ultimo dell’esistenza, la ricerca di Dio; il fuoco richiama sia la malattia molto diffusa un tempo nelle campagne sia le passioni e tentazioni carnali contro cui Antonio combattè vittoriosamente; il porcellino o cinghiale ricorda che con il grasso (la songia) si curavano i malati “del fuoco di S. Antonio” e come a questi animali spesso si attaccava una campanella perchè potessero muoversi liberamente per il paese di Motte St. Didier ed essere anche nutriti per questo fine medicinale; la campanella però era anche un richiamo alla mendicità ed era usato dai questuanti nel loro peregrinare di paese in paese, segno di povertà e di fiducia nella Provvidenza. (Un doveroso ringraziamento va a Don Renato per questa ricerca)
In questa foto sono visibili alcuni affreschi da restaurare. Ora che la statica dell’edificio e’ in sicurezza questi saranno i prossimi lavori da programmare
La facciata della Chiesa di Sant’Apollinare può finalmente essere ammirata. Per diversi mesi, da Luglio a Novembre il prezioso lavoro di restauro è proseguito secondo il programma: rimozione delle malte sovrapposte e disomogenee, consolidamento, stuccatura con materiali dedicati e infine ricostruzione delle figure con la tecnica del sottotono. I frammenti storici degli affreschi sono ora ben riconoscibili all’interno delle figure.
La restauratrice Rossella Bernasconi ha raccolto la relazione in un documento disponibile integralmente
E’ doveroso ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al compimento di questa importante operazione.
Un particolare ringraziamento va alla fondazione UBI.
Grazie!
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Cerimonia di inaugurazione
In questo video sono raccolti i momenti principali della inaugurazione avvenuta l’8 Dicembre
In questi giorni l’accesso in via Sant Apollinare e’ consentito solo a piedi. I pochi passanti che guardano tra le impalcature avranno già visto qualche scorcio degli affreschi ricomparire.
I lavori cominciati a Luglio proseguono e nonostante qualche imprevista difficoltà sono a buon punto. La restauratrice Rossella Bernasconi in questo breve video ci aggiorna sullo stato dei lavori.
Se solo agli addetti ai lavori è consentito salire sul ponteggio, l’occhio della macchina fotografica può salire per noi e con l’aiuto della restauratrice, capire cosa è stato fatto.
Ecco alcune parole liberamente tratte da una conversazione con la restauratrice Rossella Bernasconi:
Nella parte alta della facciata una importante stuccatura è andata a risarcire una crepa strutturale, qui facendo la ricostruzione pittorica, avendo la misura precisa dei dentelli della partitura architettonica ci siamo resi conto che questa crepa si è allargata di almeno 8 cm.[A]
La parte alta della facciata dopo la stuccatura e il ritocco in sottotono. La grande crepa non permette di collegare tutti i dettagli
Le stuccature sono state eseguite mantenendo visibile il dislivello[B] mentre in precedenza erano fatte a scivolo creando uno scompenso visivo della partitura architettonica.
San Cristoforo con il bambino sulle spalle e la porzione di intonaco rimossa dalla paretePorzione dell’intonaco di San Cristoforo distaccata dalla parete
L’intonaco dipinto è stato quindi distaccato (riga gialla) e verrà riposizionato mettendolo a livello con tutto il resto.
La figura della Madonna, centrale alla facciata, era molto ridipinta. Tra l’altro con una ridipintura ulteriore rispetto al resto della facciata.
Allo stato attuale si vede ben poco perchè a fine pulitura i frammenti sono poco leggibili.
Il riquadro centrale con la Madonna. La pittura e’ poco visibile, il restauro con il sottotono deve ancora cominciare
Il ritocco deve ancora cominciare e anche in questo caso con il sistema dell’abbassamento di tono sull’intonaco abraso dovremmo riuscire a dare una possibilità di lettura a questa figura che ormai si intravede appena.
Gli attrezzi per il restauro
Situazione simile per la figura laterale a sinistra di Sant Antonio Abate che non ha il caratteristico porcellino perchè forse anche quello si è perso. Di solito era messo ai piedi del Santo ma questa area è molto danneggiata.
Già l’usura della parte superiore è molto importante ma almeno il viso e la mano benedicente le si leggono, la parte inferiore è decisamente persa.
Quindi forse il porcellino che c’era, adesso non c’è più.
Sant Antonio Abate e il ricciolo sul bastone da Vescovo
Tra l’altro in questa opera Sant Antonio Abate non tiene il solito bastone con la Tau che è il più caratteristico, ma un pastorale da vescovo. Su questo bastone che finisce in cima con un ricciolo, possiamo vedere i danni causati dal dissesto statico.
Il ricciolo del bastone con le estremità ampiamente separate dalla crepa
Ci si trova con un pezzo del ricciolo allontanato dalla parte centrale per alcuni centimetri, a causa della crepa.
In attesa del completamento dei riquadri principali, ammiriamo la parte alta della facciata dove le stuccature sono state completate e così anche il sottotono.